Mariagrazia Margarito, Correre, camminare: un gesto per vivere, per pensare, per scrivere

 

Sempre più la corsa a piedi, dal jogging alla maratona, e il camminare (dalle camminate in città al Camino di Santiago) sono temi ricorrenti in articoli e pubblicazioni contemporanee, non solo sotto forma di riviste e manuali tecnici (ottica procedurale evidente, soprattutto in ingiunzioni salutistiche), ma di narrazione autobiografica (Murakami, 2009; Rufin, 2013), di biografia romanzata (Echenoz, 2008), di studi sociologici, antropologici (Breton, 2002, Winkin, 2012), filosofici (Gros, 2009). Nella presente ricerca vorremmo analizzare, in un corpus di lavoro eterogeneo il cui denominatore comune, oltre ai temi sopra enunciati, è la lingua francese (anche in traduzione) se il gesto del passo – camminare, correre – è un gesto eloquente, in un corpo che si dice, tra emozioni e silenzi. Il nostro quadro teorico, in linguistica, è quello della analyse du discours di scuola francese; sarà privilegiato il livello lessicale, senza tralasciare l’attualizzazione di emozioni in discours, i loro effetti discorsivi, in particolare per le opere tradotte. Scopo di questo nostro studio è verificare che cosa venga detto/scritto del gesto ‘passo di chi cammina’ e ‘passo di chi corre’. Abbiamo già constatato che nella materialità della lingua vengono esplicitati, del corpo in movimento, un fuori (paesaggio, incontri) e un dentro, da intendersi quest’ultimo soprattutto come affollarsi e snodarsi di pensieri. Ci chiediamo se siano terreno propizio per la nascita di emozioni, e soprattutto se per queste ultime possa avere validità, in qualche modo, il concetto così fecondo nelle scienze sociali e linguistiche di ‘rappresentazione sociale’.

 


 

Mariagrazia Margarito, Running, walking: a gesture to live, to think, to write

Foot race, from jogging to marathon, as well as walking (from city walking to Santiago’s Camino) are issues that are more and more recurring in articles and contemporary publications, not only in the form of magazines and technical manuals (evident procedural perspective, above all in health-injunctions), but also as autobiographical fiction (Murakami, 2009; Rufin, 2013), fictional biography (Echenoz, 2008), sociological and anthropological studies (Breton, 2002, Winkin, 2012) and philosophical studies (Gros, 2009). Through this essay we would like to analyse, in a corpus of heterogenic work whose common denominator is – in addition to the above mentioned issues – French language (also in translation) if the action of step – walking, running. Our theoretical picture, in linguistics, is the one of analyse du discours of French school; the lexical level will be privileged, without omitting the actualization of emotions in discours, their conversational effects, in particular for translated works.
The aim of this study is to verify what is said/written about the gesture ‘step of those who walk’ and ‘step of those who run’. We have already verified that in the materiality of language the moving body is represented with an outside (landscape, meetings..) and an inside, this latter to be intended above all as the crowding and unfolding of thoughts. We wonder if they are a fertile ground for the birth of emotions and most of all if the concept of ‘social representation’ – so prolific in social an linguistic sciences – can be valid for emotions.

 

Pubblicato su: Poetiche del gesto, N. 19 Nuova Serie – Anno X 2014