Sergio Tramma, Il pensiero critico quale àncora di salvataggio nella tempestosa bonaccia dell’educare nella contemporaneità

La crisi degli ultimi anni, oltre a molte altre conseguenze, ha avuto l’effetto di far emergere e/o consolidare una gamma di posizioni definibile di neoliberismo neocompassionevole, che si presentano sotto le forme concettuali e operative del comunitarismo virtuoso e solidaristico, dell’inclusione sociale che esclude il conflitto antagonista dal proprio orizzonte di possibilità, del capitalismo socialmente responsabile. Nello stesso tempo, nell’educazione sociale diffusa, e anche in parte di quella formale e ufficiale, il principale soggetto di riferimento sembra ormai essere diventato “l’imprenditore di sé stesso”, in grado di costruire “liberamente” il proprio percorso di vita, anche nelle fasi e nelle situazioni critiche dell’esistenza, e attento, in quanto individuo, alla fragilità altrui.
Tutto ciò che ricadute ha avuto in ambito educativo? L’adeguarsi progressivo all’esistente per convinzione e/o per sopravvivenza? L’accentuarsi, verso direzioni molteplici, della “pedagogia dell’esortazione”? Il rifugio nella testimonianza della pedagogia dell’antagonismo e dell’irriducibilità?
Il contributo intende riflettere attorno a tali questioni, tentando di capire se esistono degli spazi di senso e di possibilità progettuali per un pensiero critico (credibile e utile) sull’indagare, fare e pensare educazione nel sociale della contemporaneità.

 


 

Sergio Tramma, Critical thought as lifeline in the stormy dead calm of educating in contemporary times

The crisis of the past years has resulted, in addition to other consequences, in the appearance and/or consolidation of some positions definable as neo-compassionate neoliberalism, which take the conceptual and operative forms of virtuous and solidaristic communitarianism, of social inclusion that excludes the antagonistic conflict from its own horizon of possibilities, of socially responsible capitalism. At the same time, within common social education, and also partially in the formal and official one, the main reference subject seems now to be “the entrepreneur of the self”, capable of “freely” build his own life path, even in critical stages and situations of existence, and attentive, as individual, to others’ fragility.
What consequences has all this brought to education? The progressive adjustment to the existence out of conviction and/or survival? The emphasis, towards multiple directions, of “pedagogy of exhortation”?
The refuge in the testimony of the pedagogy of antagonism and irreducibility?
This essay aims at reflecting upon such issues, trying to understand whether there are areas of sense and of project possibilities for a critical (plausible and useful) thought about investigating, making and thinking education in the social sphere of contemporaneity.

 

Pubblicato su: Educare nel sociale N. 25 Nuova Serie – Anno XIII 2017