Paolo Magatti, Tra sogno e compito. Gli spazi residuali della formazione nelle organizzazioni contemporanee
Il saggio intende indagare, da una prospettiva psicosocioanalitica, le contraddizioni e le possibilità di un’azione formativa finalizzata allo sviluppo dei possibili nei contesti di lavoro contemporanei. L’approccio psicosocioanalitico, che a partire dal pensiero di L. Pagliarani, è orientato a valorizzare il “puer”, ossia la progettualità degli individui, dei gruppi e delle istituzioni, si trova a confrontarsi oggi con il paradigma “biopolitico” che impone, sotto il velo delle retoriche del management, una valorizzazione totale e illimitata delle risorse fisiche, cognitive ed emotive del soggetto al lavoro. Gli spazi interstiziali, “tra” sogno e compito, possono costituire dei luoghi di trasformazione dove il disagio organizzativo, spesso egosintonico, può assumere una forma e delineare una traiettoria istituente. Sul piano metodologico la questione del setting, nella duplice accezione di confine e di deposito delle parti più regressive (Bleger) assume una funzione fondamentale, anche dal punto di vista educativo. La sperimentazione e l’interiorizzazione del setting può costituire un antidoto alla pervasività dei flussi che dominano l’orizzonte neoliberale.
Paolo Magatti, “No one can live without skin”. Education and psychic boundaries in contemporary organizations
The essay aims to investigate the deep significance for the trainer of the issue of borders and their weakening in the context of contemporary organizations. Through a critical analysis of the “organizational ambiguity” construct, developed by the Italian school of psycho-socioanalysis, it highlights the need to gain experience of boundaries, not denying but mobilizing and urging them. The methodology of operative group allows to make experience of the border as a limit, as a space of transformation and as a place of encounter and confrontation with the otherness.
Pubblicato su: Educare nel sociale N. 25 Nuova Serie – Anno XIII 2017