“Paideutika. Quaderni di formazione e cultura” n. 33
Dire l’educazione, altrimenti
Uscita prevista: inizio Maggio 2021
Termine presentazione proposte: 31 Ottobre 2020
Accettazione: entro il 20 Novembre 2020
Primo esito valutazione doppio cieco: entro 15 Dicembre 2020
E-mail alla quale inviare le proposte: rivista@paideutika.it
Il fascicolo è quasi completo.
I linguaggi, gli stili e le parole con i quali l’educazione è detta, scritta e parlata derivano e producono, al contempo, altrettanti luoghi dell’educazione. Partire da questo punto d’analisi significa, tuttavia, invertire la prospettiva dalla quale, solitamente, l’educazione è vista, detta, studiata. Perché significa partire da testi e contesti attraversati dall’educare o dal riflettere sull’educazione, anziché dai luoghi in cui l’educazione è l’oggetto privilegiato (perfino ovvio) di tali pratiche discorsive.
L’idea di questo focus, dunque, è quella di confrontarsi con quelle forme del sapere educativo e formativo che non dicono l’educazione in senso usuale, utilizzando discorsività ed espressività ancora non del tutto canonizzate all’interno dei saperi pedagogici. Si tratta, allora, di mettere a fuoco materiali, stili, tecniche espressive che, nelle parole e nei linguaggi propri, dicono l’educazione in quanto approdo – magari implicito, ma potente – fino a denotarne significati spesso inattesi. In questi casi, infatti, le parole relative all’educazione ne preservano il senso e le dinamiche complesse, ne evidenziano la problematicità e l’urgenza, avvertendo chi ne fa uso della necessità di guardarsi da riduzionismi impropri o da prese di posizione ingenue e fuorvianti. Il risultato è una congiuntura d’intenti e di modi di dire altrimenti l’educare che, di fatto, pone nuovi interrogativi al mondo dell’educazione in senso proprio.
I luoghi creati da tali parole diventano, così, altrettanti spazi riflessivi su come l’educazione può essere letta o vissuta, testimoniata o chiamata in causa, perduta o ritrovata, minacciata o valorizzata.
Per questo, perdere di vista ciò che è al di là dei più evidenti riferimenti pedagogici, può significare anche perdere di vista comportamenti, prospettive etiche, visioni della realtà che, ad uno sguardo più attento, si rivelano, invece, preziosi orizzonti di indagine
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