Editoriale, N. 8 Nuova serie – Anno IV 2008
EDITORIALE
Quale il rapporto tra chi scrive e la sua scrittura? Fino a che punto il soggetto, scrivendo di sé, mette in scena, in vece sua, il personaggio? E che ne sarà di quella scrittura che, giorno per giorno, si vorrebbe fare cifra intima di una più acuta messa in questione del soggetto medesimo? E poi, ancora, che ne è delle scritture dell’io nella sequenza diacronica di esperienze filosofiche e letterarie tra loro tanto distanti? Alla fin fine: quale plesso di problemi etici, intellettuali, formativi, porta con sé l’esperienza autobiografica?
Nei contributi – di ordine poetico, narratologico, pedagogico – che compongono il quadro del numero, la questione, tuttavia, non fa che sviluppare, grazie alle molte voci e alle diverse prospettive, un tema ricorsivamente presente in questi primi quattro anni di lavoro. Vale a dire la questione di una soggettività problematizzata sino allo stremo, laddove la scrittura sia vista anche come l’ultimo legame che ne vincola l’esperienza di vita alla sua storicità incarnata. E dunque come simile sua problematizzazione non è che il documento esemplare di una crisi profonda che chiede a chiunque scriva – sia esso il testimone pubblico di una vicenda letteraria, ovvero ciascuno di noi alle prese con il ‘segreto’ di una pagina vergata per sé – di restituirci la fatica morale di un impegno che sa sopportare lo scacco. E non certo l’illusione velleitaria di una retorica estetizzante che alla scrittura affiderebbe il potere taumaturgico di guarire dal male di vivere.
Da Enrico Testa – dai linguaggi estremi di una esperienza poetica che egli qui ci mostra nelle vesti di raffinato interprete di se stesso – a Gabriella Bosco – un’intellettuale che fa del romanzo contemporaneo il campo privilegiato di una lotta permanente contro le astute manovre edificanti dell’industria culturale –, a Elena Madrussan, che – lei appassionata studiosa di scritture notturne – ce ne offre l’esplicita cifra formativa. Ma poi, nella sezione degli studi, dai conti aperti, da una parte, con Platone, e, dall’altra, con Thomas Bernhard piuttosto che con Calaferte e Modiano – i quali ci vengono incontro tramite le analisi di Marina Lazzari, di Gianmarco Pinciroli e del giovane Orlando Bonserio –, da tutto ciò il plesso di suggestioni critiche che consentono, come sempre, di aprire orizzonti di riflessione inediti o comunque trascurati dal mondo della formazione. Laddove il richiamo non convenzionale alla memoria, anche per come esso ci si mostra nelle pagine ‘concrete’ di Adriana Bevione, configura una dimensione che torna a riflettere sul nesso soggetto/storia. Ovvero sulla responsabilità che Jean-Paul Sartre affidava – come l’Archivio della Memoria cerca qui di documentare – all’uomo per come esso si fa, inchiodandolo alla croce di una scelta tramite la quale egli, scegliendo, porta su di sé l’impegno dell’umanità tutta. A dire, in ultimo, della sua condanna a essere libero.
Ma se questo numero di Paideutika, in tal senso, approfondisce e sviluppa il suo impegno di illimpidimento radicale del rapporto formazione/cultura come ragione stessa della sua esistenza, esso è anche segnato dalla delicatezza di un trapasso editoriale che merita attenzione e che esige, per parte nostra, un gesto di duplice riconoscenza.
Dal prossimo anno, infatti, Paideutika, a partire dal numero 9, verrà pubblicata dall’editore Ibis di Como-Pavia. E se questo evento fa onore al nostro lavoro per il prestigio che ce ne viene, altrettanto onorati ci sentiamo per lo straordinario impegno con cui Tirrenia Stampatori ha accompagnato, promosso e sostenuto la nostra nascita e la qualità del nostro impegno. A partire dalla sensibilità umana e culturale di Anna Maria Bertolina, dalla sua signorilità e dalla sua competenza professionale. Ragioni sufficienti a giustificare un rapporto di collaborazione che troverà altre forme di espressione, ma che in ogni caso non fanno che confermare i sensi della nostra gratitudine. Così come grati siamo a Paolo Veronesi, il nostro nuovo editore, che ha voluto mettere a disposizione di Paideutika l’eleganza dei suoi tipi e la loro capillare forza distributiva.
Agli Amici abbonati, che trovano in allegato le indicazioni necessarie del rinnovo e/o dell’accensione di un nuovo abbonamento, il consueto ringraziamento per la fiducia che ci hanno fin qui dato, con la certezza di ritrovarli, ancora più numerosi, a condividere con noi questa nuova stagione della nostra vita.
Antonio Erbetta