N. 14 Nuova Serie – Anno VII 2011 – Potere e formazione

 

EDITORIALE

 

Quali rapporti intercorrono tra potere e formazione? Delle molteplici vie possibili per tentare di sviluppare un interrogativo così problematico eppure così rilevante, quella qui percorsa assume certamente un atteggiamento preliminare. Quello per il quale potere e formazione non possono che collocarsi, simmelianamente, entro la dimensione dell’“azione reciproca”. Vale a dire in una relazione dinamica che le vede coimplicarsi vicendevolmente, liberandole, così, tanto dalla dogmaticità del giudizio quanto dalla fissità della definizione. È, infatti, dalle articolazioni dell’esercizio del potere che può forse emergere un quadro meno avvezzo a sancire limiti o a legittimare prassi ma più attento a descrivere una fenomenologia dell’azione reciproca riconducibile a gesti, linguaggi, attitudini ed esperienze che, più o meno sotterraneamente, finiscono per dare forma ai legami tra soggetto e mondo.

La domanda alla quale si è fatto riferimento, allora, non riguarda tanto l’inesorabilità o la strumentalità del potere sub specie educationis, ma le
condizioni e i significati del suo manifestarsi. Di qui un’analisi che individua e approfondisce alcuni nessi. Quello tra potere e mutamento  sociale, per il quale a dirimere fin da subito alcune decisive questioni di merito è la voce di Luciano Gallino, che descrive superfici e profondità di un panorama, non solo italiano, in cui lavoro,  istruzione e tecnologia diventano rivelativi parametri di comprensione del presente. Quello tra scuola e realtà giovanile, per il quale Fulvio Papi interpella la distanza – storico-legislativa, istituzionale e culturale – della scuola attuale dai suoi stessi destinatari, sia sul piano degli strumenti sia sul piano delle funzioni. Quello, ancora, tra educazione e fenomeno organizzativo, per il quale Elena Madrussan intercetta nel modello culturale dell’agenzia produttiva un potenziale congegno deformante dell’idea stessa di educazione. Relazioni e distanze che, precipitando nella medesima esperienza soggettiva, Claude Burgelin vede incardinate nel percorso compiuto dall’insegnamento della letteratura nella scena accademica e culturale francese dell’ultimo quarantennio.

Ma è pur vero che la ricerca dei luoghi eterocliti nei quali le forme del potere dispiegano silenziosamente la loro forza performativa sono stati
rintracciati, lungo il secolo scorso e in ambiti diversi, da intellettuali e testi che hanno impresso alla riflessione culturale l’esigenza, sempre più
avvertita, di corrispondere ad una lettura disincantata e accorta dell’attualità. Magistrali in tal senso sono state le pagine della Dialettica dell’Illuminismo, ripercorse da Gianluca Giachery guardando soprattutto al rapporto tra la crisi della soggettività e la normatività del potere; quelle di Massa e potere di Elias Canetti, rilette da Silvano Calvetto nella chiave di una feconda ‘pedagogia dell’impensato’; e quelle di Mythologies – ma non solo – di Roland Barthes, nelle quali Gianmarco Pinciroli rileva il problema della significazione quale espressione del legame tra linguaggi e potere. Senza dimenticare lo straordinario contributo che uno scrittore geniale e visionario come Aldous Huxley aveva saputo dare al dibattito culturale del suo tempo, dando il via a quella letteratura distopica che oggi, dalle pagine di Archivio della memoria, viene a chiedere conto delle nuove forme di condizionamento.

Certo: siffatta proposta tematica non può esaurirsi con questo numero, che tenta di accogliere, in prima battuta, un’urgenza educativa, culturale e sociale dalle molteplici declinazioni. Per questo la Redazione di Paideutika e il suo nuovo Direttore stanno lavorando ai prossimi numeri con rinnovato impegno e nel solco di una salda continuità culturale. E lo stanno facendo con il decisivo contributo dei Consulenti scientifici, di ITER, di Fulvio Papi, del Comitato dei Lettori, dell’Editore, che, tutti, hanno ribadito senza esitazione la loro partecipata collaborazione. Per i lettori della Rivista, per il suo Fondatore.

Elena Madrussan

In riferimento al peer review process Paideutika ringrazia Gabriella Bosco (Università di Torino), 
Enza Colicchi (Università di Messina), Alessandro Mariani (Università di Firenze), Paolo Mottana (Università di Milano-Bicocca), Gabriele Scaramuzza (Università Statale di Milano),
Ignazio Volpicelli (Università di Roma Tor Vergata) che, con responsabilità e competenza,
hanno valutato i contributi pubblicati nel 2011.

 

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